FdC 58 – Una Nonna in America tra i laghi del Minnesota… di Franca Maria Di Bernardi

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È uno di quei pomeriggi quasi caldi che qui chiamano estate. Sono sicura che non raggiungiamo i 27 gradi. La casetta di legno è nuova e ben attrezzata e il lago è così vicino che  pare vivere con noi. Questa famiglia, un po' allargata e di cui io sono divenuta un'appendice, occupa quattro di questi alloggi. È un posto tranquillo, qualcuno direbbe "per vecchi e bambini", quindi è giusto anche per me.

Sono in Minnesota (Stati Uniti d’America), sulle rive di uno di quei 10.000 laghi che lo Stato orgogliosamente si vanta di avere.

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Non pensavo a questa parentesi di relax quando, tempo fa, già prima che nascesse la bimba, ho accettato di venire qui, non per una vacanza, come pensano molti amici invidiandomi, ma solo per fare la nonna.

Avevo sempre detto di sì ad ogni nascita di nipote, ma ormai sono esperta e con l'avvicinarsi del viaggio realizzavo che cosa tutto ciò significava per me: lasciare mio marito da solo, lasciare la mia casa, il mio giardino, la mia libertà di decidere, gli amici, il mio terapeutico, rilassante giro per negozi… per adeguarmi ai desideri e alle necessità degli altri. 

Cambiare totalmente orari (la cena alle cinque… d'estate, battendo persino il primato degli ospedali, non è proprio italiana), modo di vivere. Stare zitti il più possibile, accettare tutto, adeguarsi.

Una ragnatela di piccole radici nutrite d'egoismo mi hanno tormentato fino al giorno della partenza. 

È già da un mese che sono in questo paese che ancora mi meraviglia per molte cose: la sua efficiente organizzazione, l'ordine, il postino che spedisce lettere per te. 

E ancora, la gentilezza e il servizio nei negozi, la carta di credito che usi per un caffé, l'assegno di pochi dollari che scrivi prima di deporlo nel cestino delle offerte, la porta di casa  che raramente  chiudi  a  chiave,  i  tanti i bambini pullulanti ovunque.

Le numerose chiese di altrettante religioni o sfumature di religioni dove, per condividere gioie e dolori di amici, puoi capitare anche tu. La casa che ti segue nei tuoi spostamenti, come per le lumache.

È bello anche il quartiere dove abitiamo; una specie di città ideale. Alberato, curato, verde, fiorito, tranquillo, rispettoso, un po' fiabesco per merito delle sue case. 

Anche le mie nipotine, escludendo il magazzino di lagnanze e capricci, sono un incanto quando parlano e raccontano, o ti chiamano  nonna.

Perché allora il mio timore?

Ho tanto tempo per pensare. Sempre. Anche qui al lago. Leggo.

"Tutto era povero… tutto era pieno di umanità, di gentilezza disinteressata. Si dice che la vera ricchezza sia nella capacità di essere generosi" (F. Volo).

Quanta di questa ricchezza povera, ma vera, possiedo io? Più difficile che donare soldi. 

È  donazione di sé, del proprio tempo, del proprio IO soffocato a favore di un TU.

Contemplo il lago. Migliaia di stelle abbagliano veloci tra le onde.

Qualcuno mi offre un bicchiere ghiacciato di un liquido trasparente come l'acqua, ma meno salutare.

Il sole scende e tu credi di non aver mai visto un tramonto così, ma non è vero. È solo l'emozione. 

Il rosso corre sul leggero movimento e porta carezze di luce fino alla spiaggia, fino ai miei piedi. Poi tutto diventa rosa. È  meraviglioso.

Vorrei possedere parole bibliche, un salmo appropriato. Ma non è così. Mi perdo in un colloquio con "Lui".

È  sempre questione d'amore. Non bisogna aver paura d'amare. "Sostienimi con uno spirito generoso…" ( Sal. 50 ).

La piccina che dorme tra le mie braccia sorride nel sonno…

Franca Maria Di Bernardi