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«Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia». Davanti alla meraviglia più grande del mondo, Gesù che nasce per noi, non posso che fermarmi e, in silenzio, pregare. Sento il Tuo Amore, o Gesù, racchiuso in quel corpo di un bambino, sei così piccolo… avvolto in fasce, e nello stesso tempo sei così grande…sei il Cristo Signore!! Ascolta il mio cuore, che in questo anno che volge al termine è stato pieno di emozioni, positive e negative. E’ un cuore che ti ha ospitato, o Gesù, in alcuni momenti con tanto amore, in altri momenti, invece, con poco spazio per Te e tanto spazio lasciato alle preoccupazioni. Ti ho sentito presente, Gesù, nelle grandi gioie che hai voluto riservare a me e alla mia famiglia. Ti ho abbracciato, Gesù, sulla croce in quei momenti in cui stavo male, per problemi di salute e per le profonde delusioni ricevute dalle persone che amo. Ti ho riscoperto, Gesù, nelle mie cadute e, nei momenti in cui mi sembravi più lontano, ho capito che invece mi tendevi la mano per indicarmi la strada. Ti ho riconosciuto, Gesù, nei volti delle persone sofferenti e bisognose che mi hai fatto incontrare. Ed ora, inginocchiata davanti a Te, dono d’Amore per l’umanità, voglio dirti un Grazie per tutto quello che mi hai dato, anche per quei doni che mi hai fatto e che non sono riuscita a riconoscere subito, per quei momenti di sofferenza che mi hanno fatto sentire fragile e bisognosa e per quelli di grazia in cui mi è sembrato di essere avvolta in un Tuo abbraccio speciale. Vorrei ricominciare da qui, per vivere ogni mio giorno guidata dal Tuo Amore… Anche quando non sarà più esposta nella nostra casa e nelle Chiese la meravigliosa immagine della Natività, che in questo periodo possiamo contemplare, donami o Gesù di conservare l’umiltà e la semplicità di un bambino, la capacità di affidarmi a Te e di amare il prossimo, partendo proprio dall’Amore che ci hai donato Tu, che Ti sei fatto uomo, sei venuto ad abitare in mezzo a noi e ci hai amato fino a dare la vita per la nostra salvezza. Flavia Ricci
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Carissimi Amici di Casa Lanteri, La luce del Signore, appena nato, continui ad illuminare i vostri cuori! Il nuovo anno inizia, come sempre, offrendo alla nostra contemplazione la Maternità Divina di Maria. Questo titolo, che è il più antico ed importante appellativo con cui i credenti venerano la Santa Vergine, viene a riconoscere e a confermare il Mistero che abbiamo celebrato nella Santa notte di Natale: la presenza, cioè, della natura divina ed umana nell’unica persona del Cristo, vero figlio di Dio e vero figlio di Maria. In quest’anno questa grande festa cade di domenica e ciò rappresenta una gioia ancora più grande per noi, devoti di N. S. di Fatima, che così potremo iniziare il primo centenario delle apparizioni della Madonna a Fatima con la solenne processione mariana. Pregheremo, come sempre in questa occasione, per invocare, per intercessione di Maria, il dono della Pace per tutto il mondo. Tanto più che proprio nel primo giorno dell’anno si celebra anche la Giornata Mondiale della Pace, voluta ed istituita cinquant’anni fa dal Beato Paolo VI. Il tema scelto da Papa Francesco per il Messaggio di questo cinquantesimo anniversario è: «La non violenza: stile di una politica per la pace». Con questo Messaggio, infatti, egli intende indicare un passo ulteriore, un cammino di speranza adatto alle presenti circostanze storiche: ottenere la risoluzione delle controversie attraverso il negoziato, evitando che esse degenerino in conflitto armato. Il Papa, però, in questo Messaggio non si limita ad interpellare i leader politici e religiosi di tutto il mondo, ma si rivolge a noi tutti. Sottolinea, infatti, che Gesù “insegnò che il vero campo di battaglia, in cui si affrontano la violenza e la pace, è il cuore umano: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono le intenzioni cattive» (Mc 7,21)”. E, più avanti nel testo, aggiunge: “Perciò, chi accoglie la Buona Notizia di Gesù, sa riconoscere la violenza che porta in sé e si lascia guarire dalla misericordia di Dio, diventando così a sua volta strumento di riconciliazione, secondo l’esortazione di san Francesco d’Assisi: «La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori»”. E non manca di ricordare, così, che la vera pace inizia fra le mura domestiche, infatti: “Se l’origine da cui scaturisce la violenza è il cuore degli uomini, allora è fondamentale percorrere il sentiero della nonviolenza in primo luogo all’interno della famiglia”. Appare chiara nelle parole del Santo Padre l’esortazione ad una vera conversione del cuore; ed è proprio questo richiamo che lega questo messaggio a quello di Fatima, che nel suo nucleo fondamentale è una chiamata alla conversione e alla penitenza. E Maria a Fatima, con sollecitudine materna, ci indica anche la strada da compiere, per realizzare il cammino di conversione: “Il mio Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e il cammino che ti condurrà a Dio”. In effetti, la devozione al Cuore Immacolato di Maria è un elemento centrale nel messaggio di Fatima, devozione che si esprime soprattutto con la preghiera, semplice e profonda, del Santo rosario e con la riparazione alle offese rivolte contro il santissimo cuore di questa nostra Madre. È Maria stessa che, apparendo a Lucia il 10 dicembre 1925 a Pontevedra, chiese consolazione per le ingratitudini e le bestemmie degli uomini e fece la seguente promessa: “A tutti coloro che, per cinque mesi (consecutivi), al primo sabato, si confesseranno, riceveranno la santa Comunione, reciteranno il Rosario e mi faranno compagnia per quindici minuti, meditando i Misteri, con l’intenzione di offrirmi riparazioni, prometto di assisterli nell’ora della morte con tutte le grazie necessarie alla salvezza”. Ed è per rispondere alle accorate richieste della Santa Vergine e per facilitare la realizzazione di questa pia pratica a tutti i fedeli che frequentano il nostro Santuario, che abbiamo deciso di promuovere la solennizzazione assembleare dei primi cinque sabati, a partire dal prossimo 7 gennaio. Alle 16.30 di tale giorno ci ritroveremo in Santuario, dove verrà presentata una meditazione su un Mistero del rosario; poi reciteremo insieme la corona e parteciperemo alla Santa Messa, comunicandoci con l’intenzione di riparare alle offese fatte al Cuore Immacolato di Maria. La confessione, con la medesima intenzione, può essere effettuata anche entro gli otto giorni precedenti. Sarà questo un modo, certamente santo e gradito a tutti, per prepararci a celebrare con cuore puro e riconoscente il primo centenario della Visita di Maria Ss.ma alla nostra povera umanità. In conclusione, ci uniamo al nostro Santo Padre, invocando la Beata Vergine Maria, Regina della Pace, a farci da guida in questo nuovo anno che si apre davanti a noi con l’impegno precipuo “a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire comunità nonviolente, che si prendono cura della casa comune. «Niente è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera. Tutti possono essere artigiani di pace»”. A tutti voi l’augurio di un anno ricco di Amore e di Pace! Con grande affetto p. Carlo, omv
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Dio si è comunicato relamente all'uomo nel Signore Gesù. Durante la sua vita mortale, Gesù era ancora estraneo agli uomini, ma nel dono del suo Spirito Egli si è fatto presente realmente. La sua presenza non è più condizionata dal tempo e dallo spazio; sono il tempo, lo spazio, le persone, le cose tutte che entrano in rapporto con lui. Egli è la nuova creazione che condiziona ogni cosa e non è sottomessa ad alcuna, il mondo nuovo di Dio. È Dio che si dona, che si comunica agli uomini nel dono del suo Spirito. Nel dono dello Spirito, egli entra in noi e noi in Lui, e noi diveniamo uno con Lui. Se la presneza implicasse una qualche estraneità non sarebbe più presenza. Essa t'investe, ti riempie, non di identifica a te perché ti trascende, ti abbraccia. Non è compresa dallo spazio e dal tempo; ogni tempo, ogni luogo sono in rapporto con lei. Non è al di fuori di te, anzi colma proprio l'animo tuo, in qualche modo tu stesso diventi la presenza, ed essa diviene te. Finché tu ancora non sei trasformato in lei, come potrebbe essere per te unapresenza reale? Il Cristo è presente realmente se tu sei in Lui, se tu stesso sei il Cristo. Per questo la presenza reale definitiva è il «Christus totus», l'umanità redenta. La presenza stessa dell'Eucaristia non è ancora definitiva, perfetta, ma è ordinata a quella che sartà la Chiesa futura. La presenza si realizza in noi perché nell'Eucaristia il Cristo è per noi. Secondo gli antichi teologi la presenza di Cristo nellEucaristia è presenza nel mistero, la presenza reale sono i cristiani. La presenza nel mistero è ordinata alla presenza reale che siamo noi. Finché Egli è presente nel mistero non è ancora per noi pienamente presente. Il Cristo rimane ancora distinto e separato da noi, rimane estraneo in qualche modo agli uomini: così per chi non ha fede, la presenza reale del Crsito è inaccessibile come quella di Dio. Chi non crede non può stabilire un rapporto con la presenza. Dio veramente, nella sua immensità riempie ogni cosa, è intimo a tutto, ma la sua non è una presenza reale perché le creature si trovano come al di fuori di Lui. Egli le riempie, ma esse non entrano in rapporto con la presenza. Dio è in loro, ma esse non sono in Lui. E tuttavia si può dire che il mistero eucaristico è quello della presenza reale, perché suppone e realizza il rapporto di Cristo con gli uomini, con la Chiesa sua sposa. Non si celebra il mistero senza che si faccia presente, con questo, la Chiesa. La presenza così suppone distinzione e perfetta unità, esprime infatti un rapporto di assoluta intimità. La presenza di Cristo è l'unità del Christus totus nella distinzione delle singole persone. Egli è la presenza reale in cui sussistono il Figlio e la madre, lo sposo e la sposa. La distinzione personale esiste, nell'unità di un'unica vita, un solo corpo, un essere solo, come dice ripetutamente san Paolo nelel sue lettere e di cui quella agli Efesini è espressione stupenda (Ef 4,-6). Prima del dono dello Spirito anche il Figlio dell'uomo rimaneva diviso ed estraneo all'umanità di Pietro e di Giovanni. Erano come mondi contigui fra loro, ma l'uno non era nell'altro. Ora invece sono uno solo, sono la presenza reale.
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Leggendo questa parte del Vangelo, mi domando prima di tutto se ho la fede per chiedere a Dio di guarirmi, così come hanno fatto i lebbrosi… Andando avanti nella lettura, mi chiedo se ognuno di noi vorrebbe identificarsi nel Samaritano, che, dopo essere stato guarito da Gesù dalla lebbra, è tornato indietro a lodare Dio… E tutti gli altri? Quante volte siamo talmente presi dalle cose terrene e poco importanti e diventiamo anche noi “tutti gli altri”; non ci preoccupiamo di ringraziare Dio per averci “guarito”? Ci sembra una cosa talmente ovvia che non sentiamo il bisogno di tornare indietro a ringraziare… Pensiamo mai a cosa c’è dietro a quella “guarigione”? C’è la cosa più bella che possiamo immaginare: l’Amore di Dio, che ci ha avvolto e, proprio con la sua guarigione, può trasformarci… se noi lo vogliamo!!! Sì, un Amore gratuito, che, così come ha liberato il Samaritano e tutti gli altri dalla grave malattia della lebbra, così libera noi non solo dalle malattie del corpo, ma dalle ben più gravi malattie dell’anima… Noi spesso abbiamo bisogno di chiedere pietà a Gesù, di guarire nel nostro cuore, ma subito dopo che ci ha guariti, siamo capaci di “tornare” a “rendere gloria a Dio”? Tornare vuol dire riconoscere e sentire nel nostro cuore che Dio, con la guarigione, ci ha riempito del suo Amore, gratuito, incondizionato. In questo modo ci rendiamo conto che qualcosa è cambiato, che si è rafforzato quel rapporto tra Lui e noi, perché quella guarigione è stata una sua grazia, per la quale dobbiamo essere riconoscenti. Esprimiamo la nostra lode a Lui non solo a parole, ma con i fatti e con i gesti di amore concreto; impariamo veramente a dire “grazie” per tutte quelle “guarigioni” che a volte non riusciamo a percepire, ma che avvengono quotidianamente e portano grandi cambiamenti nella nostra vita. “La tua fede ti ha salvato” … sarebbe bello che il Signore sentisse da parte nostra una fede grande!! Continuiamo, con gratitudine, a farci avvolgere da questo Amore e dalla profonda misericordia che il Signore ci riserva in ogni istante e, avendo fede in Lui, cerchiamo di leggere anche nelle piccole cose di ogni giorno la grandezza di questo suo Amore, che lo ha portato fino a dare la vita per noi! Che l’inizio e la fine della nostra giornata siano accompagnate da queste parole: “Grazie Signore”. Flavia Ricci
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Carissimi Amici di Casa Lanteri, È giunto al termine anche quest'anno: tuttto passa e passa presto «la scena di questo mondo» (1Cor 7,31). Piccola festa di famiglia il 4 novembre per i 91° compleanno di Mamma Vittoria che spera di battere il record della longevità…
Dal 4 al 6 novembre si è svolto il Fine Settimana Spirituale Biblico che era in programma a dicembre, ma che abbiamo dovuto anticipare per via del Convegno sul Centenario delle apparizioni della Madonna a Fatima che era in programma nel primo fine settimana di novembre, ma che è stato spostato alla data prevista per il nostro fine settimana. Forse per questo spostamento inusuale di data, i partecipanti sono stati pochini come potete vedere dalla foto sotto, ma come dice il proverbio: pochi, ma buoni… Le nostre amiche Maria Teresa e Tania hanno condiviso con noi, in un articolo, questa esperienza del Fine Settimana da loro vissuta.
Vi informo che dal 9 al 14 gennaio 2017 si svolgerà, piacendo a DIo, il primo corso di Esericzi Spirituali del nuovo anno. Il corso sarà sulla Prima Settimana Ignaziana. Ci avviamo così verso il Natale portando al presepe del Bambinello Divino le nostre gioie e i nostri dolori. Lui si è fatto uomo per raggiungereci ed essere il Dio con noi e in noi portando senso e salvezza alle nostre esistenze, introducendole già da quaggiù nell'abbraccio amoroso del Padre suo e Padre nostro. Nel pensiero eucaristico del mese, don Divo Barsotti cerca di dirci qualcosa sul mistero dell'Eucaristia. Il mistero eucaristico è finalizzato alla realizzazione in ciascuno dei membri del suo corpo mistico, cioè in ciascuno di noi, una presenza del Signore Gesù sempre più pervasiva e totale. La presenza di Cristo nell'Eucaristia è ordinata a che Lui possa essere sempre più presente in ciascuno di noi, in Paradiso non ci sarà più Eucaristia, perché Lui sarà Tutto in tutti (cf Col 3,11) e allora la sua presenza non sarà più nel mistero, ma nella manifestazione e nella gioia di essere pienamente una cosa sola in Lui: «Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola…» (Gv 17,20) A tutti noi gli auguri che in questo prossimo Natale il SIgnore Gesù possa trovare i nostri cuori più disposti ad ospitare la Sua presenza e a togliere ogni impedimento perché possiamo vivere non più noi, ma sempre più Lui in noi.
Santo Natale a tutti voi
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Carissimi Amici di Casa Lanteri, la Pace e la Gioia del Signore, che viene a salvarci, siano con tutti voi! E così, anche questa volta, quasi senza accorgercene, siamo giunti alla fine di un altro anno. Infatti, in genere siamo così profondamente immersi nelle preoccupazioni di ogni giorno, da diventare quasi inconsapevoli del tempo che passa; e viviamo i nostri giorni in una specie di dormiveglia… Pertanto, giungono quanto mai opportune per noi le parole dell’Apostolo che ci esortano a svegliarci dal sonno “perché la nostra salvezza ora è più vicina di quando diventammo credenti” (Rm 13, 11). Il tempo liturgico dell’Avvento viene a ricordarci con forza proprio questa verità: il nostro Salvatore, il Signore della Luce è già apparso ad illuminare le nostre tenebre, per indicarci le vie della vera vita; e verrà di nuovo, un giorno, per introdurci nella pienezza della Sua gloria. Perciò, mentre ci prepariamo ancora una volta a celebrare con gioia il ricordo del Natale di N. S. Gesù Cristo, siamo chiamati ad aprire gli occhi, per riconoscere la Sua presenza negli avvenimenti della nostra vita di ogni giorno e per saperlo accogliere con fede in ogni nostro fratello povero e bisognoso d’aiuto. È Gesù stesso che ci ammonisce: ogni volta che avete (o non avete) fatto queste cose ad uno solo di questi miei fratelli più piccoli l’avete (o non l’avete) fatto a me (cfr. Mt 25, 40). Come sempre, la Santa Vergine ci accompagna e ci sostiene in questo cammino di presa di coscienza della nostra realtà, protesa verso la glorificazione finale, ma che si snoda nell’impegno quotidiano di purificazione di sé, della società e della Chiesa stessa. La Solennità della Sua Immacolata Concezione, che celebreremo nei prossimi giorni, ci apre alla considerazione del meraviglioso progetto divino, che si è già realizzato in Lei, nella pienezza dei tempi, ma che deve ancora realizzarsi in ciascuno di noi, che pure siamo stati scelti “prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità…” (Ef 1, 4). Inoltre, la riflessione profonda sul messaggio di N. S. di Fatima, che ci verrà presentata il 3 e 4 dicembre prossimi, a cura del Padre Carlos Cabecinhas, Rettore del Santuario di Fatima, e di Suor Angela Coelho, Postulatrice della causa di beatificazione dei cari Pastorelli, sarà per noi un’occasione preziosa per introdurci alla contemplazione di cose che riguardano il Cielo, la nostra vera Patria. Speriamo, così, che per noi il prossimo Natale non si riduca ad una semplice cerimonia, ma sia una reale celebrazione dell’evento salvifico della venuta di Cristo, nostro unico Signore e Redentore! Ed è con questo sicuro auspicio nel profondo del cuore che auguro a voi tutti un sereno e felice Natale! Con grande affetto p. Carlo, omv
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